GIOIELLI IN ORO FATTI A MANO
I gioielli artigianali in oro fatti interamente a mano nella Gioielleria Pilgiò, riflettono arte, personalizzazione ed unicità.
L’oro incarna da millenni luce, ricchezza e resilienza; nei laboratori degli orafi artigianali Pilgiò questo metallo nobile diventa una vera e propria narrazione personale: ogni anello, collana o bracciale custodisce storie di famiglia, promesse d’amore e un profondo desiderio di unicità.
L’oro non è solo una lega preziosa da indossare, ma un linguaggio antico che vibra al polso o avvolge il décolleté, dialogando silenziosamente con chi lo porta e con chi lo osserva.
Per rendere ancor più omaggio a questo elemento senza tempo, Pilgiò ha dato vita alla linea “Oro Muto”, una collezione che rappresenta la visione più autentica dell’oreficeria artigianale del brand: un tributo all’oro che si sveste della sua lucentezza classica per rivelare una bellezza più intima e vissuta.
Nella collezione la superficie dell’oro non è a specchio, ma racconto: micro-irregolarità volutamente mantenute, incisioni appena percettibili e finiture materiche creano una texture ruvida e inconfondibile, capace di parlare di mani, fuoco e tempo.
L’oro dei gioielli Pilgiò non possiede infatti la visibilità scintillante dei pezzi tradizionali, in cui la sola brillantezza è protagonista; al contrario, diventa tela cangiante, plasmata in diverse colorazioni di finitura — bianco ghiaccio, giallo caldo, brunito d’antica patina, profondo nero grafite — così da esprimere caratteri e sensibilità differenti.
Ogni variante cromatica nasce da precise tecniche di trattamento e ossidazione che richiedono pazienza, esperienza e un tocco sapiente, perché la nuance finale emerga piena di sfumature e personalità.
In questa scheda dei nostri gioielli in oro scoprirai tutto ciò che serve — dalla composizione chimica delle leghe alle buone pratiche di manutenzione quotidiana — per scegliere consapevolmente il tuo prossimo gioiello artigianale, forgiato interamente a mano: dalla fusione iniziale alla rifinitura finale, ogni fase è eseguita con cura meticolosa, affinché il pezzo che indosserai non sia soltanto un accessorio, ma un frammento di storia destinato a durare per generazioni.
Etica dei Gioielli artigianali in oro by Pilgiò
Pilgiò crede che possedere un gioiello artigianale d’oro significhi portare con sé un’opera d’arte quotidiana: unica, irripetibile e profondamente personale.
Entrare nel nostro atelier vuol dire assistere alla nascita di questi oggetti preziosi, dove le antiche tecniche orafe incontrano la ricerca contemporanea e trasmettono, con ogni scintilla di metallo fuso, la passione di chi crea per donare emozione.
Caratteristiche tecniche dell’oro
Composizione, purezza e leghe: L’oro puro – indicato con il simbolo Au e classificato a 24 carati – è chimicamente inerte e straordinariamente duttile, ma anche troppo tenero per sopportare urti, graffi e compressioni tipiche della vita quotidiana.
Per questa ragione fin dall’antichità viene quasi sempre unito ad altri metalli che ne aumentano la resistenza meccanica e, al contempo, modulano il colore finale.
Nella gioielleria italiana contemporanea lo standard d’eccellenza è rappresentato dall’oro 18 kt (75 %): in questa lega, tre parti su quattro sono oro puro, mentre il restante 25 % può essere costituito – singolarmente o in combinazione – da rame, argento, palladio, platino o tracce di altri elementi.
Ciascun metallo “ospite” interviene su durezza, punto di fusione e sfumatura cromatica, offrendo al designer un ventaglio pressoché infinito di possibilità creative senza intaccare la qualità intrinseca del nobile metallo.
- Oro giallo 18 kt
Miscela classica di rame + argento in proporzioni bilanciate: conserva il caldo bagliore “sole” che l’immaginario collettivo associa immediatamente al metallo prezioso. - Oro rosa 18 kt
Contenuto di rame aumentato e argento ridotto: la maggiore presenza di rame regala una variazione rosata, intensa e romantica, molto amata nella gioielleria moderna e vintage. - Oro bianco 18 kt
Oro legato con palladio (scelta nickel-free, anallergica) per ottenere un aspetto neutro e freddo. Spesso rifinito tramite rodiatura che amplifica lucentezza e resistenza ai graffi superficiali. - Oro verde 18 kt
Percentuale di argento dominante che introduce un delicato riflesso verdastro, usato soprattutto in pezzi d’ispirazione naturalistica o Art Nouveau.
Queste varianti cromatiche consentono personalizzazioni sartoriali, permettendo al cliente di abbinare il proprio gioiello a carnagione, gusti estetici o simbologie personali, senza compromettere il valore economico e la longevità dell’oro stesso.
Densità, durezza e durabilità
Con una densità di 19,32 g/cm³, l’oro rientra tra i metalli più pesanti utilizzati in oreficeria: questa caratteristica dona ai gioielli una piacevole sensazione di “importanza” quando vengono indossati.
Sulla scala di Mohs, l’oro puro raggiunge soltanto 2,5 – 3, risultando abbastanza morbido da rigarsi con facilità. La lega a 18 kt incrementa la durezza a un livello ottimale per anelli, bracciali e catene destinati a un uso costante, bilanciando comfort e robustezza.
- Stabilità chimica: l’oro non arrugginisce né ossida; resiste agli acidi comuni (fatta eccezione per l’acqua regia), motivo per cui gioielli antichi mantengono splendore per secoli.
- Malleabilità: un singolo grammo può essere battuto fino a diventare un foglio di 1 m² o trafilato in un filo lungo oltre 3 km, senza spezzarsi.
- Riparabilità: eventuali graffi superficiali sono rimovibili con semplici passaggi di lucidatura, senza perdita apprezzabile di metallo.
In sintesi, un gioiello in oro 18 kt è progettato per superare generazioni, restando brillante e strutturalmente integro con una manutenzione minima.
Punto di fusione e lavorabilità
Il punto di fusione dell’oro puro si attesta a 1064 °C; nelle leghe 18 kt si abbassa di circa 30–40 °C, dettaglio che agevola processi di colata quali fusione a cera persa e microfusione sottovuoto, fondamentali per ottenere forme complesse e dettagli finissimi.
L’elevata conducibilità termica dell’oro permette agli orafi di effettuare saldature localizzate con temperature contenute, evitando surriscaldamenti che danneggerebbero pietre preziose o decorazioni minute.
Ciò si traduce in incisioni nitide, castoni stabili e finiture precise anche su componenti di spessore ridotto.
Grazie a queste proprietà fisico-chimiche, l’oro rimane il materiale principe per la gioielleria di pregio: malleabile quanto basta per assecondare la creatività, ma sufficientemente robusto da trasformarsi in eredità da tramandare.
ORIGINE E PROVENIENZA DELL’ORO
Miniere storiche e depositi moderni: dalle sabbie aurifere del Nilo — che alimentarono la magnificenza dei faraoni — ai filoni del leggendario Witwatersrand in Sudafrica, l’oro ha dettato rotte commerciali, ispirato spedizioni e persino determinato la nascita di interi imperi.
Oggi la geografia estrattiva si è ampliata: miniere sotterranee ultraprofonde convivono con enormi cave a cielo aperto, mentre tecniche di estrazione alluvionale si praticano ancora lungo fiumi tropicali.
Questi diversi contesti geologici influenzano purezza, granulometria e costi di lavorazione, fattori che un laboratorio artigianale deve conoscere per garantire filiere trasparenti.
I principali paesi produttori (dati medi ultimi anni) restano:
- Cina — circa 370 t/anno, con giacimenti diffusi dalla provincia dello Shandong alle regioni sud-occidentali.
- Australia — imponenti open-pit di Kalgoorlie e New South Wales che impiegano tecnologie di taglia industriale.
- Russia — distretti siberiani ricchi di lodeite aurifera, operativi anche a temperature estreme.
- Sudafrica — storici pozzi del Witwatersrand che superano i 3 km di profondità, esempi di ingegneria verticale.
- Perù e Ghana — estrazione in rapida crescita, con poli che vanno da altipiani andini a foreste equatoriali.
Questa mappa produttiva racconta non solo quantità, ma anche criticità ambientali e sociali che variano da una regione all’altra e richiedono rigorosi standard di tracciabilità.
Etica della filiera: la scelta dell’oro Pilgiò
Per assicurare che ogni gioiello narri una storia pulita quanto brillante, Pilgiò si affida esclusivamente a fornitori certificati RJC – Responsible Jewellery Council.
Il protocollo RJC verifica parametri ambientali, tutela dei lavoratori, assenza di conflitti armati e piena tracciabilità lungo ogni passaggio, dalla miniera al banco di lavoro.
È così che l’oro utilizzato diventa realmente conflict-free, accompagnato da report periodici e audit indipendenti che ne attestano l’origine.
STORIA DELL’ORO NELLA GIOIELLERIA CONTEMPORANEA
Dall’Antico Egitto al Made in Italy, da sempre l’oro è il metallo che più si avvicina, per lucentezza e incorruttibilità, all’idea di vita eterna: un “sole che non tramonta”, simbolo tanto spirituale quanto sociale e politico.
Già nel III millennio a.C. gli Egizi lo chiamavano nub, termine che diede il nome alla Nubia, “terra dell’oro”, regione chiave per i traffici sul Nilo.
Le botteghe di Tebe producevano pettorali, scarabei e maschere funerarie come quella di Tutankhamon — oltre 10 kg di oro massiccio — destinate a garantire status e immortalità al faraone.
Quando il bacino mediterraneo passò sotto l’influenza di Grecia e Roma, l’approccio divenne più tecnico: furono codificate matrici in argilla per la fusione a cera persa, perfezionate le leghe con argento e rame, introdotte le prime punzonature ufficiali a tutela del titolo.
Questi marchi di garanzia, apposti dallo Stato, crearono un mercato affidabile e aprirono la strada alle corporazioni medievali.
Nel Medioevo, infatti, le corporazioni orafe di Firenze, Venezia e Vicenza fecero dell’oro un motore economico europeo.
I loro statuti disciplinavano purezza, prezzi e apprendistato, ponendo le basi culturali di quella “eccellenza orafa italiana” che ancora oggi il mondo riconosce.
Evoluzione dello stile artigianale
- Rinascimento – Sotto l’egida di artisti come Benvenuto Cellini, cesello, bulino e granulazione etrusca raggiunsero vette di virtuosismo: l’oro era scolpito come marmo, in un dialogo costante con pittura e scultura.
- Ottocento & Art Nouveau – La rivoluzione industriale portò fusioni più rapide e combinazioni con smalti policromi; motivi floreali, libellule e linee sinuose celebrarono un romanticismo naturalista.
- Art Déco (anni ’20–’30) – Geometrie essenziali, contrasti netti: oro giallo lucidissimo accostato a platino, onice e diamanti in un’estetica di lusso moderno.
- XXI secolo – Ritorno al minimalismo organico: superfici martellate, luci satinate, “imperfezioni” lasciate vive per raccontare la mano dell’artigiano, mentre le nuove tecnologie aprono nuove libertà formali.
Oggi la gioielleria artigianale milanese Pilgiò raccoglie e fonde tutte queste eredità, combinando heritage rinascimentale, audacia déco e sostenibilità contemporanea in creazioni che parlano di passato, presente e futuro.
TECNICHE DI LAVORAZIONE ARTIGIANALE DELL’ORO
Dalla fonderia al banco di oreficeria: Un gioiello Pilgiò attraversa differenti tappe chiave.
Prima che un anello o una collana Pilgiò scintillino al dito o al collo, l’oro compie un viaggio affascinante che unisce fuoco, cera, laser e, soprattutto, l’esperienza di mani sapienti.
Ogni tappa è calibrata al centesimo di millimetro: una danza fra tradizione orafa e tecnologie di ultima generazione che consente di trasformare una fusione in un oggetto carico di memoria, simboli e valore affettivo.
Dalla fonderia al banco: le 7 tappe chiave
- Progettazione – Bozzetto a matita, modellazione e studio ergonomico definiscono proporzioni, peso e incastonature prima ancora che il metallo venga scaldato.
- Stampa o intaglio della cera – Il prototipo prende forma con scalpelli tradizionali: la cera funge da negativo perfetto, replicando ogni minima sfaccettatura.
- Microfusione sottovuoto – Il modello ceroso viene inglobato in un cilindro di gesso refrattario; il vuoto elimina bolle d’aria, mentre il controllo di temperatura garantisce colate omogenee e prive di porosità.
- Tranciatura & limatura – Rimosso il sistema di alimentazione, l’oggetto grezzo viene rifinito con seghe, frese e lime diamantate per affinare volumi, spessori e simmetrie.
- Incassatura delle pietre – Sotto un microscopio elettronico a 40×, le griffe vengono tirate a filo sulla gemma, assicurando tenuta e brillantezza senza stressare la montatura.
- Saldatura laser – all’occorrenza, raggi pulsati a bassa temperatura uniscono componenti delicate o riparano microfratture senza intaccare patine e pietre termolabili; preziosa per chiusure invisibili ed elementi hollow.
- Finitura manuale – Carteggiatura a varie granulometrie, lucidatura con paste diamantate e un’ultima ispezione di qualità certificano tolleranze inferiori a 0,01 mm e superfici prive di difetti.
Ogni fase è affidata a orafi con più di dieci anni di pratica ed esperti del settore, perché solo l’esperienza quotidiana traduce i numeri del progetto in armonia estetica reale.
Finiture: dalla pelle setosa al brunito profondo
Le finiture dialogano con la luce e decretano il carattere di un gioiello:
- Lucidatura speculare – Attraverso dischi di cotone impregnati di ossido di cerio si ottiene un effetto a specchio, ideale per anelli classici e superfici che devono riflettere ambienti e colori circostanti.
- Satinatura – Spazzole abrasive tracciano micro-graffi paralleli che diffondono la luce in modo morbido, regalando un aspetto setoso e contemporaneo.
- Martellatura – Colpi di martello convesso generano crateri irregolari che evidenziano la natura manuale del pezzo e nascondono elegantemente i segni del tempo.
- Cesello & bulino – Decorazioni incise a mano libera seguendo motivi floreali o geometrici; richiedono colpi regolari di martello su punte d’acciaio temprato.
- Rodiatura bianca o nera – Un bagno galvanico (nickel-free) depone un film di rodio che aumenta durezza superficiale e offre toni dall’argenteo al grafite.
- Sabbiatura e brunito – Getti di micro-corindone opacizzano la superficie, poi ossidi controllati creano una patina scura che mette in risalto bordi e rilievi.
Alterare la pelle dell’oro è un gesto che unisce sensibilità artistica e rigore tecnico: la mano deve essere ferma, l’occhio allenato a leggere riflessi e ombre, perché ogni finitura racconti, a modo suo, la personalità di chi indosserà il gioiello.
VANTAGGI NELL’ACQUISTO DI GIOIELLI IN ORO
L’oro oltre a rappresentare un valore economico, è anche un investimento a lungo termine.
Tra il 2000 e il 2025 la quotazione internazionale dell’oro ha registrato un balzo superiore al 450 %, confermandosi bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza geopolitica e inflazione.
Quando scegli un gioiello in oro 18 kt acquisti, in realtà, due asset complementari:
- Valore intrinseco del metallo – determinato dal London Bullion Market Association fixing, cresce (o si preserva) indipendentemente dalle mode e può essere sempre ri-convertito in liquidità.
- Valore culturale ed estetico – un design artigianale Pilgiò, non replicabile a catena, custodisce creatività, ore di lavoro qualificato e identità stilistica: elementi che il mercato del vintage premia nel tempo.
Il risultato è un oggetto capace di proteggere capitale finanziario mentre tramanda un heritage familiare che si arricchisce a ogni passaggio generazionale.
Resistenza, ipoallergenicità e manutenzione minima
- Ossidazione zero – l’oro non annerisce né arrugginisce, a differenza di argento o leghe di base; mantiene l’aspetto originario anche in ambienti umidi o salini.
- Leghe palladio-based Pilgiò – completamente nickel-safe, sono ideali per pelli sensibili o soggetti allergici, assicurando comfort prolungato.
- Durabilità cosmetica – graffi leggeri si eliminano con una semplice lucidatura professionale, spesso in meno di mezz’ora, anche dopo decenni d’uso quotidiano.
- Robustezza strutturale – la durezza dell’oro 18 kt protegge contro urti e deformazioni, consentendo di indossare il gioiello senza timori in ogni contesto, dall’ufficio alle occasioni formali.
Scegliere oro artigianale Pilgiò significa dunque portare con sé un compagno di vita che coniuga bellezza costante, sicurezza cutanea e solidità economica—un lusso responsabile destinato a resistere al tempo e alle tendenze.
COME RICONOSCERE LA QUALITÀ DELL’ORO
In Italia la qualità di ogni gioiello non è lasciata alla sola parola del venditore, ma deve essere incisa nIn Italia la credibilità di un gioielliere non si affida semplicemente alla sua reputazione: ogni singolo pezzo – purché superi 1 grammo di peso – deve dichiarare per legge la propria “carta d’identità” incisa direttamente nel metallo. A stabilirlo è il D. Lgs. 251/1999 (che ha aggiornato la storica Legge 30/1968), un insieme di norme pensato per proteggere il consumatore, contrastare la contraffazione e rendere il mercato prezioso pienamente trasparente. Chiunque produca o importi gioielli è dunque obbligato a imprimere due punzonature permanenti: una certifica la purezza della lega, l’altra identifica in modo univoco il fabbricante.
1. Titolo di fino: la percentuale di oro puro
Il primo marchio, detto titolo, indica quante parti di oro fino sono presenti su 1 000 parti di lega. I valori autorizzati in Italia sono quattro:
Numero punzone | Equivalenza in carati | Percentuale di Au | Uso tipico |
---|---|---|---|
999 | 24 kt | 99,9 % | Lingotti, medaglie, gioielli di alta collezione |
750 | 18 kt | 75 % | Standard dell’alta gioielleria (Pilgiò, maison italiane) |
585 | 14 kt | 58,5 % | Gioielli di fascia media, catene, oreficeria estera |
375 | 9 kt | 37,5 % | Oreficeria entry-level, fashion jewelry |
Accanto al numero compare spesso una mini-bilancia stilizzata: è il simbolo internazionale che richiama l’antica pratica degli assaggiatori di zecca, garanzia che un laboratorio accreditato ha verificato la lega.
2. Marchio di identificazione del fabbricante
La seconda punzonatura è un codice numerico progressivo seguito dalla sigla della provincia (ad esempio 123 VI per Vicenza). Viene assegnato dalla Camera di Commercio competente e resta invariato finché l’azienda opera: in caso di controlli, consente di risalire all’intero percorso del gioiello, dagli approvvigionamenti alla vendita al dettaglio. Questa tracciabilità – oggi integrata con registri digitali e audit periodici – tutela il cliente sia sul piano della sicurezza (niente metalli allergizzanti o provenienze dubbie) sia su quello del valore, facilitando perizie, assicurazioni e rivendite future.
Dove trovare i punzoni e come leggerli
Le marcature possono essere impresse meccanicamente con micro-punzoni in acciaio temprato o incise a laser, tecnica quest’ultima che permette una definizione superiore senza stressare il metallo. Di solito si collocano:
- all’interno del castone o della fede in un anello;
- sul gancio o sul moschettone di una collana o di un bracciale;
- sul retro di ciondoli o orecchini tramite piccolissime bandelle piatte.
Una comune lente da gioielliere 10× è sufficiente per leggerli con chiarezza; chi desidera un’analisi istantanea può utilizzare i moderni visori digitali che ingrandiscono fino a 40× e scattano fotografie per l’archivio personale o l’assicuratore.
Il caso Pilgiò: marchio 123 VI e trasparenza totale
Nel laboratorio Pilgiò ogni gioiello porta il marchio ufficiale 123 VI insieme al punzone 750/1000: una combinazione che certifica sia l’origine vicentina sia lo standard di purezza dell’alta gioielleria.
A questi segni legislativi l’atelier affianca un certificato di tracciabilità interna che riporta lotto della lega, data di fusione, nome dell’orafo responsabile e, se presenti, parametri gemmologici delle pietre incastonate.
Il risultato è una filiera di autentica trasparenza che segue il cliente per l’intero ciclo di vita del gioiello – dalla prima lucidatura di cortesia a eventuali permute o restauri ereditati dalle generazioni future.
Conoscere e riconoscere i punzoni, dunque, non è un dettaglio da addetti ai lavori: è il primo gesto di consapevolezza di chi desidera indossare un pezzo di valore reale, garantito dalla legge e scolpito con passione artigiana.
Manutenzione e cura dei gioielli in oro
Anche il nobile metallo per eccellenza ha bisogno di attenzioni periodiche per restare luminoso come il primo giorno: piccoli gesti regolari preservano la brillantezza, mentre controlli professionali programmati assicurano che castoni e cerniere rimangano perfetti nel tempo.
Distinguere fra pulizia domestica e servizio in atelier è il modo migliore per mantenere il giusto equilibrio fra praticità quotidiana e tutela del valore.
Pulizia domestica – ogni 2 mesi
- Bagno delicato – Riempi una ciotola con acqua tiepida (35 – 40 °C) e aggiungi qualche goccia di sapone neutro a pH bilanciato; immergi il gioiello per circa 10 minuti, in modo che tensioattivi e calore ammorbidiscano tracce di crema, sebo o polvere.
- Spazzolatura soft – Serviti di uno spazzolino a setole morbide (tipo baby-care) per sfiorare la superficie seguendo la direzione delle finiture; raggiungi la parte interna di castoni e maglie, ma senza pressione eccessiva che potrebbe opacizzare le superfici satinate.
- Risciacquo accurato – Passa il pezzo sotto acqua corrente tiepida per eliminare ogni residuo di detergente: se rimangono micro-bolle, a lungo andare produrranno aloni.
- Asciugatura in microfibra – Tampona – non strofinare – con un panno in microfibra o in pelle di daino, che non rilascia pelucchi; attendi qualche minuto prima di riporre il gioiello, così che l’umidità residua evapori del tutto.
Tip extra: evita assolutamente prodotti abrasivi, dentifrici o bicarbonato, perfetti sull’argento ma troppo aggressivi per le leghe d’oro lucidate a specchio o rodiate.
Servizio manutenzione gioielli in oro Pilgiò in laboratorio – una volta l’anno
Per una manutenzione più profonda, Pilgiò offre un service gratuito per i primi 24 mesi dall’acquisto e a tariffa agevolata negli anni successivi:
Fase | Dettaglio tecnico | Beneficio |
---|---|---|
Detersione a ultrasuoni (40 kHz) | Vibrazioni ad alta frequenza in soluzione detergente sciolgono residui cerosi o calcare nelle micro-cavità | Pulizia totale, anche nelle parti inaccessibili allo spazzolino |
Lucidatura tri-fase | 1) smeriglio finissimo, 2) ruota in sisal per uniformare, 3) disco di cotone con pasta diamantata | Rimuove micro-graffi, ripristina finitura originale (specchio, satinato, martellato) |
Controllo castoni e griffe | Micro-ispezione al microscopio digitale, test di tenuta delle pietre | Prevenzione di allentamenti o perdite di gemme |
Re-rodiatura inclusa se necessaria | Film galvanico bianco o nero, nickel-free | Rinnova colore, aumenta durezza superficiale |
Queste operazioni, svolte da orafi specializzati, richiedono circa 48 ore di laboratorio e riportano il pezzo a condizioni paragonabili al day-one, preservandone sia il fascino estetico sia la quotazione.
Conservazione quotidiana
- Riponi ogni gioiello singolarmente in astucci o sacchetti di seta per evitare sfregamenti oro-contro-oro che generano graffi.
- Tieni i pezzi lontano da cosmetici e profumi: vaporizza fragranze prima di indossarli e aspetta che la pelle sia asciutta; alcol e oli essenziali opacizzano le rodiature.
- Proteggi dall’acqua clorata e dai detergenti aggressivi: sfila anelli e bracciali in piscina, spa o durante le pulizie domestiche, perché cloro e ammoniaca possono alterare patine brunite o satinature delicate.
- Durante l’attività sportiva prediligi gioielli minimal o toglili del tutto: l’oro 18 kt resiste agli urti, ma cadute e schiacciamenti improvvisi possono deformare griffe o cerniere sottili.
Seguendo questa routine – pochi minuti di cura casalinga e un check-up annuale professionale – un gioiello in oro Pilgiò accompagna la tua vita quotidiana senza perdere un briciolo della sua luce originaria, pronto a brillare oggi e a essere tramandato domani.
PERCHÉ SCEGLIERE I GIOIELLI IN ORO PILGIÒ
Sceglierli significa, prima di tutto, entrare in contatto con un design fortemente ricercato, libero dagli schemi della gioielleria tradizionale: ogni linea, piega o irregolarità materica nasce per mettere in discussione l’idea di “bello” convenzionale e trasformarla in stile personale.
In questo processo il cliente non è un semplice spettatore, ma diventa co-autore dell’opera: grazie a un ventaglio di leghe cromatiche — dal bianco artico al brunito grafite — può definire l’anima del proprio pezzo, scegliendo la nuance che meglio dialoga con la pelle, il carattere e la storia che intende raccontare.
Infine, sostenere Pilgiò equivale ad abbracciare un modello di slow jewellery che promuove filiere corte, lavoro artigiano milanese e tempistiche rispettose dei materiali: un lusso consapevole che unisce eccellenza orafa, responsabilità ambientale e autenticità narrativa.
DOMANDE FREQUENTI SUI GIOIELLI IN ORO: FAQ
- Che differenza c’è tra oro 24 kt e 18 kt?
L’oro a 24 carati (999/1000) è quasi chimicamente puro: mostra la tipica tonalità giallo-intensa e possiede una duttilità straordinaria (un grammo può diventare un foglio di un metro quadrato). Questa stessa morbidezza, tuttavia, lo rende poco adatto a sopportare graffi, urti e pressioni quotidiane; per questo lo si trova soprattutto in lingotti da investimento, lamine decorative o gioielli cerimoniali a uso saltuario.
L’oro 18 kt (750/1000), invece, contiene il 75 % di oro fino e il restante 25 % di altri metalli – tipicamente rame, argento o palladio – che ne aumentano la durezza sulla scala di Mohs da circa 2,5-3 a valori più funzionali (3,5-4). La lega risulta così meno soggetta a deformazioni, mantiene meglio le incisioni e conserva un colore ricco, quasi indistinguibile dal 24 kt per l’occhio non allenato. È lo standard dell’alta gioielleria perché coniuga eleganza, robustezza e un ottimo rapporto peso/valore: un anello 18 kt è abbastanza resistente da essere indossato tutti i giorni pur rimanendo un vero “scrigno” di metallo nobile. - L’oro bianco ingiallisce col tempo?
L’oro bianco di alta gamma, come quello palladio-based proposto da Pilgiò, nasce già con una sfumatura naturalmente grigio-perla: palladio e piccole percentuali di argento sostituiscono il rame presente nell’oro giallo, evitando le dominanti calde. Per ottenere l’effetto “specchio” chiarissimo che molti associano all’oro bianco, il gioiello viene solitamente rodio-placcato: un sottilissimo film galvanico di rodio (metallo del gruppo del platino) che amplifica brillantezza e protezione superficialmente. Con l’usura – soprattutto su anelli e bracciali che sfregano più di frequente – questa placcatura può assottigliarsi, lasciando emergere il tono grigio-avorio della lega sottostante.
Il fenomeno non è ossidazione né ingiallimento, bensì semplice consumo meccanico: un rapido re-rodio dal gioielliere (15-20 minuti di lavoro) riporta la superficie allo splendore originario e aggiunge un nuovo strato protettivo. - Posso essere allergico a un anello in oro?
L’oro puro è anallergico, ma le leghe possono contenere tracce di metalli irritanti; il “colpevole” più comune è il nichel, storicamente impiegato nelle leghe bianche economiche. Pilgiò utilizza di default leghe nichel-free a base di palladio, quindi il rischio di dermatiti da contatto scende a livelli pressoché nulli. Se hai la pelle particolarmente reattiva, puoi chiedere un test di tolleranza: il laboratorio applica un piccolo patch interno con la lega scelta e lo fa indossare per 48 h; in assenza di rossori o pruriti il gioiello potrà essere realizzato in totale sicurezza. Ricorda inoltre che anche residui di creme o detersivi accumulati sotto l’anello possono provocare irritazioni: una pulizia periodica e l’abitudine a togliere i gioielli durante la cura della casa aiutano a mantenerne l’ipoallergenicità. - È sicuro indossare oro in piscina o al mare?
Dal punto di vista chimico il cloro non corrode l’oro e non ne altera la lega; il problema è piuttosto meccanico: sabbia, salsedine e cristalli di cloruro possono agire come micro-abrasivi, rigando le superfici lucidate a specchio o opacizzando le satinature. Inoltre l’acqua a temperature diverse provoca dilatazioni e contrazioni che col tempo possono allentare griffe sottili, soprattutto se il gioiello è già stato rimesso a misura. Il consiglio pratico è di togliere anelli, bracciali e collane prima di lunghi bagni in piscina o immersioni marine, riponendoli in un astuccio morbido; se li indossi occasionalmente in acqua, risciacquali subito con acqua dolce, asciuga con microfibra e, una volta a casa, valuta una rapida passata di panno specifico per riportare la finitura al massimo splendore. - Posso fare la doccia o lavarmi le mani con i miei gioielli in oro?
L’acqua dolce di rubinetto non danneggia chimicamente l’oro 18 kt, ma saponi alcalini, shampoo aggressivi e variazioni termiche repentine possono opacizzare le finiture lucide o depositare residui tra castoni e maglie, riducendone la brillantezza. Soprattutto le superfici rodiate (oro bianco) e satinature setose soffrono il film di tensioattivi che si forma dopo diversi lavaggi consecutivi. In pratica: se indossi l’anello per una rapida detersione delle mani — soprattutto con saponi neutri — non accadrà nulla di irreparabile. Se invece ami lunghe docce calde, spa o bagni di schiuma aromatica, il consiglio è di togliere i gioielli, asciugarli bene e indossarli di nuovo solo a pelle asciutta. - Il mio gioiello in oro può essere ridimensionato più volte?
L’oro 18 kt sopporta 1 – 2 ridimensionamenti senza problemi strutturali, a patto che l’operazione sia eseguita con saldatura laser e che si aggiunga o rimuova la quantità minima di metallo. Tuttavia, ogni intervento altera lievemente la tensione interna della lega e la continuità estetica del motivo decorativo (soprattutto negli anelli con incisioni a giro completo). Se prevedi variazioni di taglia significative (dieta, gravidanza, artrite), valuta con Pilgiò la realizzazione di fasce interne di comfort o inserti di regolazione invisibili: permettono micro-adattamenti fino a ±2 misure senza nuove saldature.
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