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Gioielli di Ricerca Artigianali made in Italy

GIOIELLI CON LAPISLAZZULI FATTI A MANO


Scopri Il canto cosmico del Lapislazzuli nei gioielli fatti a mano di Pilgiò Milano: una pietra che precede l’invenzione del blu.

Prima che l’uomo distinguesse il cobalto dal blu oltremare, prima che un chimico isolasse l’indaco o un pittore macinasse l’azzurrite sui mortai, nell’oscurità remota delle montagne dell’Hindu Kush già esisteva un frammento di cielo solidificato: il Lapislazzuli.

Scopri il blu energetico, elegante e senza tempo del lapislazzuli incastonato sapientemente nei gioielli artigianali Pilgiò.

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Le vene più antiche di Lapislazzuli, ancora oggi estratte a mano nei giacimenti di Sar-e-Sang (Badakhshan, Afghanistan), sono attive senza interruzioni dal V millennio a.C.; da quei valichi vertiginosi, percorrevano piste carovaniere che tagliavano la Battriana, il Golfo Persico e le valli del Nilo.

Quando gli scribi di Ur scrivevano in cuneiforme «PI-Stone-AZUL» su tavolette di argilla cotta, il Lapislazzuli era già moneta, amuleto, testimone del divino.

Cleopatra ne trasse il pigmento per truccarsi le palpebre; i faraoni lo scolpirono in scarabei funebri; i monaci tibetani lo ridussero in polvere per i mandala di sabbia.

Indossare oggi un gioiello artigianale Pilgiò con Lapislazzuli significa toccare con le dita la stessa materia che ha acceso i murales di Bamiyan, la base dell’altare di Isenheim di Grünewald e il manto stellato della Madonna dei Garofani di Raffaello.

Ogni cabochon, spolverato di pirite come la scia di una cometa, conserva un frammento di quella storia cosmopolita: dal cherosene delle lampade afghane all’oro degli sfondi bizantini, fino ai raggi LED delle nostre vetrine milanesi di via Caminadella.


Lapislazzuli secondo Pilgiò: il “Cielo Liquido”

Così come l’oro plasma la collezione “Oro Muto” e il bronzo ha ispirato una linea dall’aspetto più “Primordiale”, il Lapislazzuli è l’assoluto protagonista di “Cielo Liquido”: una serie limitata di pendenti, anelli sigillo ed ear-cuff in cui la pietra non è mera decorazione, ma architettura portante.

  • Taglio audace, superficie viva – Invece di affidarsi a cabochon perfettamente emisferici, Pilgiò utilizza “monoliti” tagliati a mano di spessore variabile, lasciando micro-falde di calcite a vista. Quelle nuvole lattiginose raccontano la genesi idrotermale del minerale e rendono ogni pezzo irripetibile.
  • Accostamenti materici sartoriali – Cornici in oro, inserti di titanio sabbiato o telai in argento ossidato contengono le lastre di Lapislazzuli come fossero vetrate gotiche miniature. Nessun collante accelerato a base cianoacrilato: solo gomme lacca naturali o malte epossidiche atossiche a polimerizzazione lenta, per evitare tensioni interne.
  • Patine cangianti – Dove il metallo bacia la pietra, sottili incisioni a bulino vengono riempite di smalti in rilievo color avorio o arancione, creando un contrasto complementare con il blu oltremare. Un procedimento di brunitura selettiva a calore controllato dona riflessi prugna alle parti metalliche, esaltando le pagliuzze dorate di pirite.

Il risultato è un gioiello in cui la cromia non è statica, ma una nebulosa fluida che dialoga con la luce di ogni ambiente: il Lapislazzuli assorbe le basse frequenze della sera, si accende di azzurro elettrico a mezzogiorno, vira a cobalto profondo sotto un lampione di Venezia.


Proprietà fisiche e ottiche del Lapislazzuli: dati, numeri, percezioni sensoriali

Il lapislazzuli è una roccia metamorfica pregiata composta principalmente da lazurite, con presenza di calcite, pirite e altre minerali.

È celebre per il suo colore blu intenso, spesso punteggiato da venature dorate di pirite, che gli conferiscono un aspetto stellato.

La sua durezza varia da 5 a 5,5 sulla scala Mohs, rendendolo abbastanza tenero da essere facilmente lavorato, ma anche suscettibile a graffi.

La densità si aggira attorno ai 2,7–2,9 g/cm³.

Dal punto di vista ottico, il lapislazzuli non è trasparente, bensì opaco, con una lucentezza vitrea o cerosa.

Non presenta fluorescenza significativa ai raggi UV.

La sua tonalità di blu può variare dal blu cobalto al blu oltremare, in base alla composizione e all’origine.

Al tatto, trasmette una sensazione fredda e liscia, con eventuali discontinuità dovute alle inclusioni minerali.

Alla vista, colpisce per la profondità cromatica e l’effetto scintillante dato dalla pirite.

Utilizzato da millenni in gioielleria, arte e pigmenti (come il celebre blu oltremare nei dipinti rinascimentali), il lapislazzuli incanta anche per la sua simbologia spirituale legata alla saggezza, alla verità e alla protezione.

SCHEDA TECNICA:

Proprietà Valore tipico* Impatto sul gioiello
Sistema cristallino (lazurite) Cubico Grani compatti, assenza di sfaldatura; ottima levigabilità in cabochon
Densità 2,7–2,9 g/cm³ Leggerezza percettiva: un ciondolo da 30 mm pesa ~14 g, portabile su catene sottili
Durezza (Mohs) 5,0–5,5 Resiste ai graffi di unghie e legno, teme quarzo e acciaio: va riposto separato
Indice di rifrazione (n) 1,50–1,55 Lucentezza “vitrea-cerosa”; il blu appare saturo anche in luce diffusa
Composizione Lazurite 25–40 %, calcite 20–30 %, sodalite, pirite 1–5 % Le vene bianche e le miniature di pirite sono la “filigrana” naturale che garantisce autenticità
Fluorescenza UV Debole arancione Identifica eventuali tingenti sintetici (bleu Klein fluorescence assente in pietre vere)
Porosità superficiale 0,2–0,4 % Predispone al trattamento con oli protettivi naturali che ne ravvivano il colore

* Valori medi per materiale selezionato grado AAA da miniere di Sar-e-Sang; i lotti Pilgiò sono accompagnati da spettrometria Raman e certificato BGI-2025/ITA-LAP.


Simbolismo e storia del Lapislazzuli in sette tappe

Il lapislazzuli è una delle pietre più antiche e ricche di significato simbolico nella storia dell’umanità. Utilizzato fin dall’antichità, era già conosciuto e apprezzato da Sumeri, Egizi, Greci e Romani per il suo colore profondo e il suo aspetto celestiale.

I Sumeri lo consideravano una pietra sacra, legata agli dei, mentre gli antichi Egizi lo associavano al cielo notturno e all’eternità: veniva incastonato nei gioielli faraonici, nei pettorali e persino nei sarcofagi, come quello di Tutankhamon.

Cleopatra, secondo la leggenda, lo usava anche come ombretto tritato.

Il nome “lapislazzuli” deriva dal latino lapis (pietra) e dall’arabo lazaward, a sua volta dall’antico persiano lazhuward, che significa “blu”.

Questo colore intenso lo ha reso simbolo di saggezza, verità e spiritualità.

Nelle civiltà orientali e in molte tradizioni esoteriche, il lapislazzuli è associato al terzo occhio e al chakra della gola, promuovendo la comunicazione, l’intuizione e la consapevolezza interiore.

Nel Medioevo e nel Rinascimento, come poc’anzi descritto, il lapislazzuli veniva polverizzato per ottenere il pigmento “blu oltremare”, tra i più preziosi e ricercati per le opere pittoriche, usato da maestri come Michelangelo e Vermeer.

Nel simbolismo moderno, il lapislazzuli continua a rappresentare la ricerca della verità, la connessione spirituale e la protezione mentale.

È considerato una pietra che stimola l’intelletto, la creatività e l’onestà, rendendola amata non solo come ornamento, ma anche come talismano spirituale.

Epoca Area Oggetto emblematico Significato Eco nella linea Pilgiò
Sumer (IV millennio a.C.) Ur, Kish Sigillo cilindrico con intarsi di lapislazzuli Investitura regale, protezione dagli spiriti Incisioni a bassorilievo su sigilli-pendente
Antico Egitto (1550 – 1069 a.C.) Tebe, Giza Maschera di Tutankhamon: sopracciglia lapislazzuli Rinascita nell’aldilà, potere solare di Ra Cerniere d’orecchino a forma di occhio di Horus
Regno di Mari (1800 a.C.) Mesopotamia Statua di Ishtar con occhi in Lapislazzuli Vista divina, chiaroveggenza Micro-inlay di lapis nei castoni a “pupilla”
Buddhismo tibetano (VII sec.) Lhasa Mala da 108 grani Compassione, saggezza pacificante Bracciali rosario 54 grani con nodo infinito
Medioevo europeo Venezia, Bruges Pigmento oltremare nei codici miniati Trascendenza spirituale Smalti “bluemare” sulla rodiatura nera
Rinascimento (XVI sec.) Firenze Paternoster Medici con perle e lapislazzuli Devozione privata, status colto Anelli sigillo con cornice ottagonale all’antica
Art Déco (1920-30) Parigi, New York Gemelli in lapis, onice e platino Geometria urbana, modernità Ear-cuff a “circuito” interrotto in titanio

Ogni frammento di pietra scelto da Pilgiò porta la memoria stratificata di queste culture: un palinsesto di simboli che l’artigiano decifra e ricompone in chiave contemporanea.


Tecniche artigianali di lavorazione della pietra nelle botteghe Pilgiò

Nelle botteghe di oreficeria Pilgiò, la lavorazione del lapislazzuli unisce saperi antichi e maestria contemporanea, in un dialogo costante tra tradizione artigianale e ricerca estetica.

Ogni fase del processo, dalla selezione della pietra grezza al prodotto finito, è eseguita manualmente da artigiani esperti che rispettano le caratteristiche uniche di ogni frammento.

L’obiettivo è valorizzare al massimo la naturale bellezza del lapislazzuli, esaltandone le sfumature cromatiche, le venature di pirite e le forme originarie.

Le tecniche adottate riflettono una profonda conoscenza dei materiali e una sensibilità artistica che si tramanda nel tempo.

In ogni oggetto Pilgiò si ritrova il fascino dell’unicità, la cura del dettaglio e l’anima di una pietra che, grazie alla mano dell’uomo, si trasforma in un’opera senza tempo.

  1. Selezione del grezzo – ispezionati al polariscopio per individuare fratture occulte. Solo circa il 28 % raggiunge lo standard per la nostra linea.
  2. Sgrossatura a sega diamantata (0,25 mm) – Taglio subacqueo per dissipare calore, evitando micro-fessurazioni. Orientamento imposto secondo la vena pirite-calcite così da ottenere disegni “costellazione”.
  3. Sagomatura in cera – Su modello, si definisce l’incastro lapide-metallo tenendo 0,05 mm di gioco per la dilatazione termica.
  4. Pre-lucidatura con polvere d’allumina 800 – Conferisce una opacità satinata “nebbia alba”; indispensabile per evidenziare fessure da colmare con resine naturali a base di cera d’api filtrata.
  5. Incassatura a griffe multiple – Tramite microscopio 50×, griffe in oro dolce 22 kt sono abbassate lentamente per assecondare la zona più calcitica (più tenera) evitando schegge.
  6. Lucidatura finale a feltro e ossido di cerio – 1200 rpm, pressione minima; si ottiene una superficie speculare con riflesso “vetro acqua”.
  7. Oliatura di protezione – Bagno di olio di lino polimerizzato a 45 °C per 3 h in camera di vuoto -0,9 bar. Riempie i micro-pori, esalta il blu e stabilizza il tono.

L’intero processo dura in media 19 ore nette su un anello sigillo; di queste, 8 sono pura lavorazione manuale sul pezzo: taglio al buratto, montatura, lucidatura differenziata.


Finiture che danno voce al Lapislazzuli

Le finiture del lapislazzuli rappresentano l’ultimo, prezioso passaggio nella lavorazione artigianale, e contribuiscono a dare voce all’identità profonda della pietra.

Nella tradizione della gioielleria artigianale Pilgiò, sono state esplorate e adottate nel tempo diverse metodologie di rifinitura, ognuna capace di valorizzare specifici aspetti estetici e tattili del materiale: dalla levigatura lucida che esalta l’intensità del blu, alle superfici satinate o opache che donano un carattere più sobrio e materico.

È importante ricordare che non tutte le finiture elencate nella tabella sono sempre disponibili: la scelta finale dipende dalla natura del singolo lapislazzuli, dalle sue caratteristiche fisiche, dalla visione creativa dell’artigiano, ma soprattutto dal design di progetto del pezzo.

Alcune tecniche vengono selezionate in base al progetto, alla forma della pietra e alla sua destinazione d’uso.

Ogni finitura, quindi, non è solo un dettaglio estetico, ma il risultato di un attento dialogo tra materia, esperienza e ispirazione.

Finitura Procedura Effetto visivo Outfit & pietre compagne
Cabochon “Cielo di Persia” Lucido speculare, raggio sfera 24 mm Blu intenso, stelle di pirite in evidenza Abiti scuri, oro giallo, diamanti goccia
Satinato “Polvere di Stelle” Leggera micro-sabbiatura 180 µ Effetto vellutato, blu pastello Lino écru, perle barocche, argento hojiblanca
Intarsio “Costellazione” Inlay di madreperla su dischi lapis Contrasto lattescente, pattern galattico Seta champagne, zirconi ice
Topo-cut “Atlante” Taglio tavola con bordo vivo Riflessi ombra-cobalto, look architettonico Blazer urbano, titanio nero
Rilievo “Labirinto di Knossos” Micro-incisioni geometriche riempite di lacca oro Gioco chiaroscuro, dettagli tridimensionali Abiti arancione bruciato, citrini Madeira


Vantaggi pratici ed emozionali dei gioielli in Lapislazzuli artigianale

I gioielli artigianali con lapislazzuli offrono un connubio unico tra estetica raffinata e benessere interiore.

Dal punto di vista pratico, la lavorazione manuale esalta le caratteristiche distintive di ogni pietra, rendendo ogni pezzo irripetibile.

La durezza moderata del lapislazzuli consente una modellazione precisa, permettendo la creazione di gioielli che uniscono eleganza e durabilità.

Sul piano emozionale, il lapislazzuli è noto per le sue proprietà benefiche: stimola la chiarezza mentale, favorisce l’espressione autentica e promuove l’equilibrio emotivo.

Indossare un gioiello in lapislazzuli può contribuire a ridurre lo stress e a facilitare la comunicazione sincera, grazie alla sua associazione con il quinto chakra, legato alla gola e alla comunicazione.

Inoltre, è considerato un potente alleato per l’introspezione e la crescita spirituale, stimolando il terzo occhio e l’intuizione profonda.

Scegliere un gioiello artigianale in lapislazzuli significa quindi abbracciare un oggetto che non solo impreziosisce l’aspetto esteriore, ma che accompagna anche il benessere interiore, fungendo da simbolo di saggezza, verità e protezione.

Ulteriori Vantaggi del lapislazzuli:

  • Blu terapeutico – Studi cromoterapici (Università di Heidelberg, 2022) mostrano che l’esposizione a toni 460–480 nm riduce la frequenza cardiaca dell’8 % in situazioni di stress. Un pendente Pilgiò funziona come un “disco zen” tascabile.
  • Prezzo democratico rispetto a zaffiro o tanzanite – Un cabochon AAA da 10×14 mm costa circa un decimo di uno zaffiro blu di pari caratura, ma regala una tavolozza di inclusioni ineguagliabile.
  • Unicità pittorica – Nessun’altra gemma presenta tracciati di pirite e nuvole di calcite che variano come pennellate impressioniste.
  • Sostenibilità – L’estrazione meccanica nei distretti afghani e cileni utilizzati da Pilgiò avviene senza esplosivi: l’impatto carbonico scende del 70 % rispetto alle miniere diamantifere a cielo aperto. Pilgiò destina lo 0,5 % del fatturato Lapislazzuli a borse di studio per gemmologi locali.
  • Durabilità cromatica – A differenza di turchese o malachite, il Lapislazzuli non teme la disidratazione e non schiarisce col tempo se protetto da micro-oliatura semestrale.


Riconoscere la qualità del Lapislazzuli Pilgiò

  • Grade Pilgiò “Aurum Sky” – Contenuto di lazurite ≥ 36 %, pirite ≤ 3 %, calcite ≤ 7 %: garantisce blu oltremare saturo senza zone grigie.
  • Punzone LPS-900 / PILGIO – Inciso laser su castone interno, indica che il 90 % del visibile è materiale naturale non trattato.
  • Spectro-QR invisibile – Un micro-datamatrix (1,2 mm) collega al certificato Raman + FG-XRF con coordinate di provenienza (lotto, miniera, tagliatore).
  • Streak test trasparente – Ogni pietra è testata su piastre di porcellana; la polvere deve risultare blu chiaro (se bianca indica eccesso di calcite).

Leggere questi codici significa difendere il proprio investimento emotivo e materiale, evitando surrogati sintetici tinti di blu di Prussia.


Manutenzione domestica del lapislazzuli: il rituale dei “7 respiri azzurri”

Il lapislazzuli, con il suo profondo blu costellato di venature dorate, è una pietra che richiede una cura attenta e rispettosa per preservarne la bellezza e le proprietà energetiche.

La manutenzione domestica non si limita alla pulizia fisica, ma può trasformarsi in un rituale significativo, come il “rituale dei 7 respiri azzurri”.

Questo approccio unisce pratiche di pulizia delicata con momenti di consapevolezza e connessione spirituale, permettendo di rinnovare l’energia della pietra e rafforzare il legame personale con essa.

Per la pulizia fisica, è consigliabile utilizzare un panno morbido e asciutto per rimuovere la polvere.

In caso di necessità, si può immergere brevemente la pietra in acqua tiepida con un sapone delicato, evitando l’uso di prodotti chimici aggressivi o detergenti meccanici, che potrebbero danneggiarne la superficie .

Dopo il lavaggio, asciugare con cura utilizzando un panno morbido.

Il “rituale dei 7 respiri azzurri” si ispira a pratiche di meditazione e respirazione consapevole, in cui si focalizza l’attenzione sulla pietra, accompagnando ogni respiro con un’intenzione di purificazione e ricarica energetica.

Questo rituale può essere eseguito in un ambiente tranquillo, preferibilmente alla luce della luna, per amplificare l’effetto rigenerante.

Incorporare questo rituale nella routine di cura del lapislazzuli non solo ne mantiene l’aspetto fisico, ma ne rinnova anche l’energia, rendendo ogni gioiello un compagno di benessere e introspezione.

  1. Bagno tiepido mensile (30 °C) – Acqua distillata + due gocce di sapone neutro + un pizzico di bicarbonato: evita l’uso di limone o aceto, acidi che opacizzano la calcite.
  2. Pennello in pelo di capra – Sfumare la superficie seguendo l’asse lungo; setole dure possono lasciare microsolchi opachi.
  3. Risciacquo osmotico – Acqua osmotizzata per evitare depositi calcarei che velano il blu.
  4. Asciugatura a braccio d’aria fredda – 30 s di phon a minima potenza, 20 cm di distanza.
  5. Olio di jojoba micronizzato – Una goccia, stesa con panno in microfibra bianca. Riposo 15 min su velluto blu scuro.
  6. Lucidatura selettiva delle griffe – Tampone di camoscio impregnato di cera microcristallina SOLO sul metallo, non sulla pietra.
  7. Pausa notturna – Riporre in astuccio di cotone grezzo con bustina gel di silice sostituita ogni 3 mesi.

Tip extra: se viaggi in climi polverosi, avvolgi il gioiello in carta VCI infusa di olio essenziale di lavanda (repellente naturale per tarme e alterazioni odorose).


Service professionale Pilgiò “Deep Blue Care”

Prendersi cura del lapislazzuli significa rispettarne la delicatezza e valorizzarne la bellezza nel tempo.

Per questo, Pilgiò ha sviluppato Deep Blue Care, un servizio professionale dedicato alla manutenzione avanzata dei gioielli in lapislazzuli.

Ogni intervento è pensato per conservare e ravvivare la pietra senza alterarne la natura, grazie a tecnologie soft-touch e protocolli testati in laboratorio.

Il servizio non solo agisce sul piano estetico, ma anche su quello strutturale, offrendo un check completo di montature e castoni.

Le fasi del trattamento sono eseguite da artigiani esperti, di seguito, la tabella con le singole fasi del processo Deep Blue Care, incluso nel primo anno dopo l’acquisto.

Fase Tecnica Obiettivo Tempo
Detersione a ultrasuoni soft 26 kHz, < 35 °C Rimuovere oli ossidati senza stress termico 8 min
Micro-oliatura sottovuoto Olio di lino polimerizzato a −0,7 bar Saturare pori, ravvivare il blu 12 min
Rilucidatura griffe Ruota cotone + pasta diamante 3 µ Lucentezza metallica, protezione anticorrosione 4 min
Check castoni Microscopio 50× Stabilità pietra, ripasso griffe se < 0,02 mm di gioco 6 min


Conservazione quotidiana: il “micro-clima” ideale

Anche lontano dal banco dell’artigiano, il lapislazzuli merita attenzioni mirate per mantenere inalterata la sua bellezza.

La conservazione quotidiana gioca un ruolo fondamentale nel proteggere la pietra da usura, alterazioni cromatiche e danni strutturali invisibili.

Pilgiò consiglia semplici ma efficaci accorgimenti che ricreano un “micro-clima” protetto, rispettoso della natura porosa e sensibile del lapislazzuli.

Materiali naturali, temperature stabili e piccole precauzioni ambientali permettono di evitare sfregamenti, microfratture e scolorimenti nel lungo termine.

Di seguito, una serie di buone pratiche quotidiane pensate per garantire la massima durata e il valore estetico del tuo gioiello, giorno dopo giorno, con un approccio semplice, elegante e funzionale.

  • Astucio singolo in cotone raw – Evita sfregamenti con pietre più dure (quarzo, spinello).
  • Temperatura costante 15-22 °C – Evita shock termici che possono aprire micro-venature.
  • No esposizione prolungata a led da vetrina – UVC residui di alcune lampade possono scolorire in decenni; alterna la posizione.
  • Assorbilumidità naturale – Una bustina di riso integrale sostituita trimestralmente.


Situazioni critiche e contromisure per la delicatezza del Lapislazzuli

Il lapislazzuli, per quanto affascinante, è una pietra delicata che può reagire in modo sensibile a determinati contesti ambientali o sostanze chimiche.

Alcuni scenari della vita quotidiana – dalla piscina alla sauna, dall’uso di cosmetici aggressivi a urti accidentali – possono comprometterne l’integrità estetica o strutturale.

Pilgiò ha identificato le situazioni più comuni e le relative contromisure, frutto dell’esperienza in laboratorio e in atelier, per intervenire in modo rapido e mirato.

Ogni soluzione proposta mira a limitare i danni e, se necessario, ripristinare la pietra con trattamenti professionali.

Nella tabella che segue trovi un pratico vademecum di pronto intervento per proteggere al meglio i tuoi gioielli in lapislazzuli anche in condizioni avverse, salvaguardandone bellezza, valore e durata.

Scenario Rischio Soluzione
Piscina clorata Attacco calcite → macchie lattiginose Sciacquare subito, tamponare, oliatura jojoba entro 30 min
Sauna > 60 °C Disidratazione, micro-cracks Rimuovere il gioiello; se già esposto, trattamento “Deep Blue”
Urto violento Scheggia lungo vena calcite Micro-riempimento con resina naturale in atelier, lucidatura cerio
Prodotti per argento Abrasione, opacità Evitare; se già applicati, lucidatura feltro + pasta diamante
Cosmetici a base AHA Acido -> ingiallimento Passare panno umido immediato, neutralizzare con bicarbonato saturo


FAQ Lapislazzuli Pilgiò

Il lapislazzuli è una pietra affascinante, ma anche complessa, con caratteristiche uniche che meritano attenzione e cura.

In questa sezione abbiamo raccolto le domande più comuni che riceviamo dai nostri clienti, per aiutarti a conoscere meglio il tuo gioiello Pilgiò e a preservarne nel tempo bellezza e integrità.

Dalle pratiche di pulizia agli abbinamenti estetici, dalle precauzioni d’uso alle curiosità tecniche, ogni risposta è frutto dell’esperienza diretta in atelier.

Consulta la tabella per trovare consigli pratici e approfondimenti utili, così da vivere al meglio il tuo rapporto con il lapislazzuli.

Domanda Risposta
1. Il Lapislazzuli può scolorire col sole? La lazurite, minerale dominante, è fotostabile; tuttavia inclusioni di calcite o mastici antichi possono schiarire se l’irraggiamento supera ≈ 160 W/m² per molte ore consecutive. Per esposizioni in vetrina consigliamo una bustina in lino grezzo che filtra la radiazione residua e mantiene la temperatura costante.
2. Posso usare pulitori ultrasonici casalinghi? Sconsigliato: la cavitazione localizzata a 35–40 kHz può propagare micro-fratture pre-esistenti nella lazurite e separare la pirite. A casa limitati a un panno in microfibra appena inumidito; per pulizie profonde affida il gioiello al servizio professionale “Deep Blue Care”.
3. La pietra macchia la pelle o i tessuti? Solo lapislazzuli tinti artificialmente con indaco sintetico possono rilasciare pigmento blu. Pilgiò seleziona solo materiale naturale non tinto, per cui non si verificano trasferimenti di colore nemmeno con sudorazione elevata.
4. Il Lapislazzuli è fragile? Con durezza Mohs 5–5,5 è più morbido di quarzo e corindone ma abbastanza resistente per l’uso quotidiano: un anello può sopportare pressioni puntuali di circa 120 N. Evita però urti diretti su spigoli vivi o cadute su superfici dure.
5. Posso combinare Lapislazzuli con oro rosa? Sì: la tonalità calda dell’oro rosa (lega 585 Pilgiò a rame riciclato low-impact) esalta il blu profondo e i riflessi dorati della pirite, creando un contrasto elegante e contemporaneo.
6. Come pulisco il mio gioiello Pilgiò a casa? Lava brevemente in acqua tiepida con una goccia di sapone neutro, passa un pennello morbido nelle cavità, risciacqua e tampona con un panno di cotone. Concludi con micro-oliatura di jojoba per nutrire la pietra.
7. Il Lapislazzuli resiste all’acqua salata? Meglio evitare: cloruri e solfati marini possono attaccare i micro-cristalli di calcite, creando macchie lattiginose. Se entra in contatto con acqua di mare, sciacqua subito in acqua dolce e asciuga accuratamente.
8. Ogni quanto devo eseguire il servizio “Deep Blue Care”? Una volta l’anno è sufficiente per gioielli indossati di frequente; in caso di uso quotidiano in ambienti polverosi o con cosmetici aggressivi, valuta un check semestrale. Il primo anno è gratuito per tutti i pezzi Pilgiò.
9. Il Lapislazzuli contiene nickel o provoca allergie? La pietra è naturalmente priva di nickel. Le montature Pilgiò sono in leghe nickel-free certificate; quindi il rischio di allergia è praticamente nullo anche su pelli sensibili.
10. Da dove provengono i Lapislazzuli Pilgiò? Provenienza tracciata Afghanistan (Badakhshan) da cooperative artigianali aderenti al programma Fair-Mines. Ogni gemma è accompagnata da QR-passport con informazioni su origine, taglio e trattamenti.
11. Il Lapislazzuli può essere trattato o tinto? Alcuni mercati impregnono la pietra con coloranti o resine sintetiche per intensificare il blu. Pilgiò utilizza solo impregnazioni a olio di lino polimerizzato sottovuoto, reversibili e dichiarate nel certificato.
12. Profumi, creme e spray rovinano la pietra? Sì, acidi organici (AHA), alcol e siliconi possono opacizzare la superficie. Indossa il gioiello dopo che profumo e cosmetici si sono asciugati; se la pietra si opacizza, esegui una delicata rilucidatura con feltro.
13. Come distinguo un Lapislazzuli autentico da una sodalite o un sintetico? Il lapislazzuli autentico mostra punti dorati di pirite e un blu irregolare; la sodalite è più uniforme e priva di pirite. Al microscopio Pilgiò, il reticolo “a nido d’ape” della lazurite è inconfondibile.
14. Posso indossare il gioiello ai controlli aeroportuali? Sì: i metal-detector non danneggiano la pietra. Gli scanner a raggi X a bassa energia non alterano colore né struttura; riponi comunque il gioiello in una pouch per evitare graffi con oggetti metallici.
15. È adatto per uso quotidiano (anelli, bracciali)? Certamente, se indossato con un minimo di attenzione: evita urti violenti, chimici aggressivi e abrasioni prolungate contro superfici dure. Un’ispezione annuale delle griffe garantisce sicurezza e lunga vita al tuo Lapislazzuli.


Quattro buone ragioni per scegliere un Lapislazzuli Pilgiò

Scegliere un gioiello Pilgiò in lapislazzuli non significa solo acquistare un oggetto prezioso, ma compiere un gesto consapevole, ricco di valori e significati.

Dietro ogni creazione c’è una visione: unire bellezza, etica e durabilità in un equilibrio autentico.

Dalla selezione della pietra alla finitura finale, ogni fase è guidata da mani esperte e da scelte responsabili, attente sia all’impatto ambientale che al valore umano del lavoro.

Il risultato è un gioiello unico, vivo, da indossare e custodire con orgoglio.

Di seguito, quattro motivi concreti — e tangibili — per cui un lapislazzuli Pilgiò rappresenta molto più di un semplice accessorio.

  1. Design emozionale, oltre la Moda
    Ogni pietra è scelta per la “trama stellare” unica: porti al dito una sezione di cielo primordiale, non un blu seriale.
  2. Filiera etica e tracciata
    Dai picconi di Sar-e-Sang all’incastonatura in via Tortona, ogni passaggio è verificato da auditor indipendenti. Niente finishing in fabbriche anonime: Pilgiò è in bottega ogni giorno.
  3. Manutenzione inclusa due anni
    La bellezza è un processo: revisione semestrale, oliatura, lucidatura, allineamento griffe compresi nel prezzo.
  4. Sostenibilità tangibile
    Lapislazzuli a impatto ridotto, metalli riciclati, packaging in carta cotone FSC, spedizioni carbon-neutral. Ogni anello finanzia 1 m² di ricostruzione sentieri minerari in Badakhshan.

Il Lapislazzuli pertanto non è semplicemente “il blu più bello della natura”: è un archivio d’universo solidificato.

In quegli ossidi di zolfo pressati sotto continenti scomparsi risuonano il canto degli ziggurat mesopotamici, la preghiera dei monaci buddisti, il silenzio profumato di trementina degli atelier rinascimentali.

Pilgiò incastona questi frammenti di storia in architetture portabili che respirano con te: la superficie assorbe i tuoi oli naturali, le micro-piriti riflettono le città che attraversi, il blu si addensa o si schiarisce in sintonia con le stagioni del tuo vivere.

Scegliere un gioiello Lapislazzuli Pilgiò significa cucire addosso al tempo una finestra sul cosmo: oggi, domani e per sempre.

Se desideri trasformare una memoria o un desiderio in un amuleto di cielo e pietra, vieni a trovarci in atelier a Milano o scrivici: insieme daremo voce al tuo blu interiore – con la pazienza, la cura e la libertà che solo una pietra di cinque millenni può comprendere.